Hai da poco acquistato un macinacaffè e vuoi assicurarti di conoscere tutti i segreti e le dritte per preparare una bevanda di ottima qualità? In questo articolo analizziamo la questione relativa ai chicchi di caffè, cercando di capire quale dimensione devono avere per consentirci di realizzare una preparazione dal gusto intenso e dall’aroma inconfondibile. Inoltre, valuteremo anche quali e quanti tipi di miscele è possibile ottenere mediante l’azione tritante del macinacaffè. Ad ogni diversa granulometria, infatti, corrisponde una tipologia di caffè specifica. Questa guida, dunque, ti permetterà di comprendere e applicare al meglio tutte le fasi di preparazione della tua bevanda, garantendoti una resa eccellente.
Fasi di preparazione del caffè
Il processo di trasformazione che parte dai semi della pianta di caffè e arriva alla miscela pronta da utilizzare nella preparazione della bevanda è lungo e complesso. Vediamo insieme quali sono le fasi intermedie di lavorazione dei chicchi.
- Scelta della varietà: esistono diverse specie della pianta Coffea, tra cui quella arabica e quella robusta. La prima tipologia consente di ottenere un caffè di maggiore qualità, dalla consistenza corposa e dal gusto intenso e meno amaro. La seconda, invece, è di minore pregio e presenta un aroma ridotto e un sapore più amaro. Questa pianta cresce in diverse zone: Asia, America centrale, America del sud e Africa centrale. Il chicco di caffè si trova all’interno del frutto della pianta, somigliante a una ciliegia.
- Raccolta: questo processo può avvenire in modo manuale o meccanico. Il primo procedimento è più rispettoso della pianta, poiché i raccoglitori prelevano esclusivamente la bacca matura. Con il secondo metodo, invece, può capitare di staccare anche rami e tutti i frutti presenti, anche se non ancora maturi.
- Lavorazione: ancora una volta, il seme può essere essere estratto dal frutto in maniera manuale o meccanica. Nel primo caso, la bacca sarà fatta essiccare in maniera naturale e si procederà poi a prelevare il chicco. Nel secondo caso, la spolpatura avverrà in umido, da parte di macchinari specifici.
- Torrefazione: i chicchi di caffè vengono sottoposti a un processo di tostatura, ossia esposti ad alte temperature per alcuni minuti. La durata dell’operazione e il calore irradiato sui grani incidono sull’intensità del sapore e sulla resa qualitativa.
- Macinatura: tale processo può avvenire sia da parte dell’azienda, che rivenderà poi la miscela pronta sugli scaffali del supermercato, sia da parte del consumatore stesso, dotato di un macinacaffè tramite il quale effettuare la macinatura dei chicchi.
Dimensione dei chicchi
Perché è importante prestare attenzione alla grandezza dei grani di caffè? Dalla dimensione dei chicchi dipenderà l’omogeneità del processo di tostatura: chicchi di uguale grandezza saranno torrefatti in maniera più uniforme, producendo una miscela di maggior qualità. E’ possibile classificare i chicchi a seconda delle proprie dimensioni:
- grado 0, si tratta dei chicchi con grandezza maggiore. La loro dimensione si aggira intorno ai 7 mm;
- grado I, con una dimensione di 6,3 mm;
- grado II, la cui grandezza è 5,5 mm;
- grado III, con una dimensione di 4,7 mm;
- grado IV, ovvero i chicchi più piccoli, con dimensione di 4 mm.
Granulometria
Con il termine granulometria ci si riferisce alla dimensione del singolo granello che compone la miscela di caffè macinato. Infatti, è possibile ottenere consistenze diverse, attraverso differenti modalità. Nel caso della tritatura automatica, basterà selezionare il livello di macinatura per mezzo del tasto corrispondente e attendere il risultato. Nel caso di tritatura manuale, la consistenza della miscela dipenderà dalle tempistiche impiegate per la macinatura. In generale, possiamo distinguere tra consistenze di tre diversi tipi: fine, media e grossolana. Ognuna è adatta alla preparazione di un certo tipo di bevanda e all’impiego di determinate caffettiere, come moka, espresso, french press.