Sei alla ricerca di un macinacaffè, ma prima di procedere all’acquisto vuoi scoprire tutte le informazioni disponibili per effettuare una scelta consapevole e vantaggiosa? In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il processo di manutenzione del macinacaffè, comprendendo quando e come è possibile staccarne i componenti, per procedere a diverse tipologie di operazioni. Va tenuto a mente, tuttavia, che non tutti i prodotti sono uguali. Alcuni possono offrire la possibilità all’utente di smontarne i vari elementi, mentre altri sono composti da pezzi non separabili. Esaminiamo dunque entrambe le tipologie di questi strumenti, cercando di comprendere differenze e vantaggi di tali macinacaffè.
Componenti
Quali sono gli elementi di cui si compongono i macchinari che consentono di tritare i chicchi di caffè, per la preparazione di una miscela fresca, da utilizzare nella realizzazione del nostro caffè? Scopriamoli insieme all’interno di questo paragrafo.
- Campana: si tratta del contenitore in cui vanno inseriti i grani da macinare. Esso può avere capienza variabile, a seconda del tipo di utilizzo. Nel caso di uso domestico, la capacità della campana può variare da un minimo di 50 a un massimo di 250 grammi. Per impiego professionale, invece, alcuni modelli sono dotati di contenitori la cui capienza raggiunge i 9 kg. Il materiale con cui questo componente è realizzato è generalmente plastica rigida o vetro trasparenti, poiché in tal modo l’utente può visionare il contenuto inserito al suo interno.
- Macine: si tratta degli elementi responsabili dell’azione tritante, che sminuzzano i chicchi di caffè esercitandovi una pressione volta a macinarli fino ad ottenere la miscela della giusta consistenza. Esse possono essere in acciaio inox, titanio e ceramica, materiale di maggior pregio poiché non contribuisce al surriscaldamento dei chicchi, e alla consequenziale perdita di proprietà organolettiche che l’aumento della temperatura potrebbe provocare.
- Erogatore: si tratta del contenitore all’interno del quale viene espulsa la macinatura, una volta pronta. Esso ha anche la funzione di dosare la quantità di miscela erogata, che può essere impostata attraverso una modalità manuale o automatica. Ad esempio, nel caso dei macinacaffè professionali, la prima modalità è consigliata in situazioni di scarsa affluenza, mentre la seconda è progettata per soddisfare un fabbisogno elevato, in condizioni di lavoro a pieno regime. Questa funzionalità consente di mantenere sotto controllo in ogni momento il quantitativo di grani macinati, evitando sprechi. Infatti, sarebbe inutile e controproducente tritare una quantità di chicchi superiore alla richiesta, poiché la macinatura dovrebbe essere conservata per un tempo indeterminato e il suo aroma rischierebbe di ridursi.
Va precisato, comunque, che non tutte le tipologie di macinacaffè presenti sul mercato sono dotate di campana ed erogatore. I modelli più economici, per uso casalingo, possono avere un unico contenitore in cui depositare i chicchi, a diretto contatto con le lame, e prelevare la macinatura.
Come smontarlo
Il processo di rimozione dei diversi pezzi che compongono il macinacaffè è specifico per ogni singolo modello. In generale, per quanto riguarda i prodotti più basici, è solitamente possibile staccare il contenitore mediante un movimento rotatorio. Questo componente, infatti, viene fissato a incastro sulla base del dispositivo e può essere smontato altrettanto facilmente. Le lame, tuttavia, non possono essere rimosse dall’interno del contenitore. Ciò può complicare i vari processi di manutenzione, di cui in primis il lavaggio e l’igienizzazione del contenitore. Nel caso dei macchinari più avanzati, invece, la campana potrà essere rimossa svitando le viti tramite le quali è fissata sul corpo del macinacaffè. Inoltre, è possibile smontare le macine per procedere a un’operazione di pulizia più profonda, rimuovendo la ghiera di regolazione. A questo punto, bisognerà svitare anche la parte metallica, sotto la quale sono fissate le macine. Basterà, infine, procedere a smontare le due macine e fissare di nuovo il tutto una volta compiute le varie operazioni di manutenzione.
Operazioni di manutenzione
Perché si può avere la necessità di smontare i vari componenti del macinacaffè? Vediamo in quali casi si può dover ricorrere a questa procedura, e come vanno effettuate le operazioni di manutenzione affinché non si rischi di danneggiare alcun elemento del nostro dispositivo.
- Pulizia: un accorgimento da compiere quotidianamente, è quello di procedere all’igienizzazione dei vari elementi del nostro macinacaffè. Infatti, l’olio rilasciato dai grani durante la fase di tritatura, se non rimosso, rischia di irrancidire e compromettere la qualità delle miscele prodotte successivamente. Per questo, è bene procedere al lavaggio della campana mediante sapone neutro e acqua tiepida. Dopo aver igienizzato la campana, dovremo risciacquare abbondantemente, facendo attenzione a non lasciare eventuali residui. In fine, il contenitore dovrà essere completamente asciutto, prima di poter essere nuovamente fissato sulla base del macinacaffè. I componenti interni, invece, dovranno essere puliti per mezzo di un pennellino e di un panno asciutto.
- Sostituzione di elementi usurati: un utilizzo prolungato del macinacaffè può compromettere il funzionamento di alcuni componenti del nostro dispositivo. Ad esempio, questo può verificarsi nel caso delle macine. Sarà dunque necessario procedere all’acquisto di pezzi di ricambio e alla loro sostituzione.